La costruzione della Chiesetta di S. Rocco nella sua attuale volumetria può essere fatta risalire al XVI secolo, in luogo di una precedente ancona votiva esistente sullo sporto collinare centrale della morena in linea con la Parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano ed un’altra piccola chiesetta, più antica, dedicata a S. Nicolò, oggi scomparsa, ma ancora documentata sulla mappa “Napoleonica”.
Quando fu costruita tale ancona, da chi era voluta e a chi era dedicata non è possibile saperlo. Ma tutta la zona fu interessata da una intensa colonizzazione romana, come dà testimonianza il toponimo prediale gallo romano Ciconicco (fondo di Ciconio) ed i romani collocavano piccoli altari od edicole dedicate agli dei ad ogni trivio o quadrivio. Di ciò nulla rimane, solo Mario Lauzzana, nel suo lavoro “Cicunins cincentains 1470 – 1870" narra di una antica pietra sulla quale era scolpita la data 1.502, rinvenuta nella vecchia scalinata di accesso alla chiesa ed ora smarrita.

Lo sforzo economico necessario a completare la costruzione, probabilmente richiese un arco di tempo abbastanza lungo e, a strutture murarie ultimate, verso la fine del Cinquecento, fu collocata la pala di legno intagliato, con immagini dipinte ad olio su tavola. Imponente e massiccia, era completata da una struttura in legno, nella quale si aprivano due porticine che, munite di tenda, separavano la parte posteriore dell’abside a costituire una piccola sacrestia. A tutte queste necessità economiche fece fronte quasi sempre la Confraternita di S. Rocco, che si dovette costituire in quello stesso secolo e della quale fecero parte “sorestans” e “sotans” legati dalla stessa preoccupazione: impetrare la grazia ed il perdono divino tramite l’intercessione di S. Rocco, per sfuggire alle ricorrenti pestilenze.

S. Rocco è costituita da una navata rettangolare aperta in un’abside quadrata attraverso un arco trionfale a sesto acuto, tipico dello stile in uso in epoca rinascimentale. La navata è ricoperta con travature a vista e tavelline con decorazione bicolore, mentre nell’abside c’è una volta a crociera in mattoni sostenuta da costoloni poggianti su peducci in pietra calcarea. La facciata prospettante sul quadrivio è completata da un campaniletto a vela con bifora. Il prospetto principale, su cui vi è l’unica porta di accesso e due finestre simmetriche, è alleggerito da una nicchia che in origine doveva ospitare una immagine sacra,probabilmente affrescata; sopra di essa o gnomone di una meridiana anche essa scomparsa e poi un piccolo occhio la cui funzione era di dare ventilazione alle strutture lignee del coperto. La navata è illuminata anche da quattro finestre simmetriche sulle pareti laterali, mentre l’abside ha due aperture circolari di fattura ottocentesca.

La pala dell'altare

L’altare della Chiesetta di S. Rocco, su cui si celebravano le funzioni religiose, fu dotato, fin dalle sue origini, di una policroma pala lignea, nella quale i fedeli potessero concretamente vedere le immagini del loro Credo. Architettata in legno abete intagliato, decorato e dipinto con oranati, sculture e figure, la struttura è basata su una elaborata predella, a due fasce, con volute e cornici simmetriche, al di sopra della quale sono due ordini a tre scomparti ciascuno, contenenti tavolette dipinte ad olio, con immagini sacre. Il registro inferiore, le cui superfici sono scandite da quattro semicolonne scanalate, contiene la figura della Madonna al centro, ai lati, a sinistra San Rocco ed a destra San Sebastiano.

La parte superiore, spaziata da quattro cariatidi , in atteggiamento orante le due centrali, penitente le due marginali, ha la figura di Maria all’atto dell’Annunciazione al centro, Santa Caterina a sinistra e Santa Lucia, trafitta da spada a destra. L’Altare è coronato da un’edicola centrale, ove il Padre Eterno, che tiene con la mano sinistra il globo dell’Universo, con la mano destra, benedicendo, si pone a supremo arbitro del Tutto. Ai suoi lati, due templi tavole, prive di cornici, di taglio rampante, con due angeli: quello di destra, con le mani al petto è rivolto al Padre, quello di sinistra con la tunichetta che lascia scoperto il torace, guarda in basso, alla Vergine.